Novelz | Elena Marinelli
Volée | Un podcast sul tennis
Muri
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2021/5

È un esperimento. È l’audiolettura dell’incipit del libro che ho appena finito di leggere: Tempesta madre. Lo ha scritto Gianni Solla, lo ha pubblicato Einaudi. Dentro ci trovi anche il motivo per cui l’ho scelto.

Dura 7 minuti, puoi ascoltare o saltare, ma se lo ascolti e ti va, fammi sapere cosa pensi dell’esperimento: mi fa piacere.


Grazie di essere qui. Cominciamo.

Benvenutə su Novelz, la newsletter che nel 2003 sarebbe stata un blog ed è in vena di esperimenti: ti ho letto ad alta voce l’incipit di un libro, non l’avevo ancora fatto.

In questo numero troverai anche una serie TV, una rivista che ho scoperto da qualche mese, tre storie scritte da altrə, tutte di sport, Letto di venerdì, la rubrica dei libri di Novelz su Instagram (se l’hai persa) e gli ultimi (finali) appuntamenti di Steffi Graf, con una nota a fondo pagina.

Ginny & Georgia, senza spoiler

È una delle nuove serie Netflix; racconta di una madre, Georgia, con due figli avuti da compagni diversi, di una figlia adolescente, Virginia, che ha un problema enorme: infilarsi nel suo posto del mondo, di Austin, il fratello più piccolo, che porta occhiali di Harry Potter e crede di essere il figlio di un mago per difendersi dagli adulti e dai coetanei e infine di tutto quello che c’è attorno: è una serie che prende da altre – teen drama, comedy drama, accenti della Wisteria Lane di Fairview e di Gilmore Girls, political drama – e mescola, rumina, risputa.

Ci sono molte cose che mancano in questa serie, altre accennate e non approfondite, che lasciano allo stereotipo la spiegazione, ma si fa vedere senza pensarci troppo su, tutta insieme nel giro di qualche serata.

Probabilmente è capitata al momento giusto, alla vigilia di una nuova zona rossa, mentre cercavo di capire come mai i fan di Taylor Swift avessero preso di mira lo show – Virginia/Ginny Miller dice a sua madre che cambia fidanzati come Taylor Swift:

Il centro del mondo raccontato da Ginny & Georgia è una comunità residenziale americana media, con le solite idiosincrasie che ci appaiono fuoriluogo: la gara alla raccolta fondi, le torte perfette, il porticato meticolosamente in ordine, il concetto di «Wellsbury’s mom» che ha a che fare sempre e solo con la perfezione e le etichette più o meno riconosciute, in cui tuttə fanno fatica a stare ma sono reputate imprescindibili. Lo standard della comunità si traduce in apparenza eccessiva e discutibili addobbi di Halloween.

Ho nominato Wisteria Lane, la strada di Fairview, la città delle Casalinghe Disperate, perché l’umore di tanto in tanto è quello, è quella anche la satira (forse troppo) sottintesa, con la differenza che, almeno per la prima stagione, chi custodisce segreti pesanti è solo la protagonista famiglia Miller.

C’è una vera gerarchia di segreti: ci sono quelli dell’apparenza del Massachusetts e ci sono quelli profondi dell’Alabama. Quelli del presente, che sono «solo» omissioni, e quelli del passato che diventano un’accetta.

Guarda il pilot se

Non hai niente in arretrato e vuoi qualcosa che passi in fretta, se ti piacciono i «nuovi teen drama» con personaggi molto più stratificati e verosimili di quelli a cui eravamo abituati un tempo, se non disdegni il mistero lento e serpentino sapientemente distribuito con i flashback e le protagoniste imperfette che disturbano e non necessariamente creano empatia.

Boom, Blam

Di recente ho scoperto Rivista Blam, con un annetto di ritardo: parla di libri, di storie, pubblica racconti e recensioni e ha una grafica e un nome molto accattivanti.

Mi ha incuriosito per via di una rubrica speciale, che tratta di racconti inediti, tradotti nella lingua dei segni (LIS), in collaborazione con Guanti Rossi.

Puoi leggere e guardare i racconti qui


Scritto da altrə

A proposito: di Stephanie Marty, del rugby femminile e di Charlotte Cooper

La funzione dello sport

L’11 marzo scorso Stephanie Marty ha dimostrato contro il divieto per le ragazze e le donne transgender di partecipare ai campionati sportivi in Sud Dakota. La dimostrazione ha avuto luogo davanti alla casa del Governatore, nella cittadina di Pierre.

Il New York Times racconta questa storia per ragionare in modo più ampio: ora che la «normalità post pandemia» è alle porte, cosa e quanto di ciò che conoscevamo del mondo prima vogliamo davvero conservare?

La discussione verte sullo sport, il pezzo a firma di Kurt Streeter descrive una serie di punti per riflettere sul fatto che il mondo dello sport ha un potere enorme, è assieme movimento dal basso e megafono multiforme e come tale dovrebbe avere un ruolo nel cambiamento: lo dimostra il 2020, il ruolo del basket per la protesta in supporto alla comunità afroamericana, ad esempio, e questo significa, almeno negli Stati Uniti d’America, che lo sport sa usare mezzi veloci – il campo, i social media – per mettere a fuoco una posizione.

Streeter intervista anche un sociologo, Harry Edwards, che ha affiancato gli atleti durante le proteste degli anni Sessanta.

Sports does not so much mirror society — it is integral to the functioning of society.

(Harry Edwards)

L'articolo per intero si trova qui

Una postilla:

Joe Biden e i Democratici stanno spingendo politiche che distruggeranno lo sport femminile. […] Molte giovani e donne saranno costrette a competere contro chi è biologicamente maschio. Non va bene per le donne, non va bene per lo sport femminile che ha lavorato duramente e a lungo per essere dov’è.

(Donald J. Trump, ex Presidente degli Stati Uniti d’America al CPAC 2021. La traduzione è mia, dal video.)

Caro Presidente

Sabato scorso, il Presidente del CONI Giovanni Malagò, durante l’elezione del nuovo Presidente della Federazione Italiana Rugby, peraltro alla vigilia del Sei Nazioni femminile, in cui l’Italia debutterà il prossimo 10 aprile, ha detto:

Più che mai oggi, avendo due figlie femmine, avrei voluto un figlio maschio e sarei stato felice che avesse giocato a rugby.

Su Vanity Fair, la testimonianza di Elisa Facchini, rugbista, vincitrice di 13 scudetti, 3 Coppe Italia e con più di 30 presenze in nazionale, all’interno dell’articolo di Chiara Pizzimenti. Elisa Facchini, come tutte, è una dilettante e racconta molto bene cosa significa nella pratica quotidiana.

Puoi leggere l'articolo qui

Gonna lunga

La storia più bella di tennis che puoi leggere a marzo è quella di Charlotte Cooper, campionessa di tennis di fine Ottocento.

Charlotte Cooper a Wimbledon

Giocava con una gonna lunga alle caviglie, secondo la moda vittoriana dell’epoca e senza l’udito. Vinse il suo primo titolo di tennis nel 1893 e il primo Wimbledon nel 1895.

Inglese, la sua carriera è stata segnata da Wimbledon, avendone vinti cinque in singolare, record distrutto solo da Martina Navratilova a fine anni Ottanta del Novecento, e dalla vittoria dell’Olimpiade del 1900, la prima fra tutte.

Giocare a tennis senza sentire significa non conoscere il colpo perfetto, lo STOCK che fa la palina quando impatta il centro esatto del piatto corde ed è una cosa molto difficile, perché non si ha la possibilità di percepire la rotondità del colpo, di prevedere dove andrà e quindi quale potrebbe essere la mossa successiva, ma soprattutto di sentirsi parte dello scambio.

In a sport where the sound of a ball coming off the strings (is) such an integral part of playing, Cooper captured all but one of her (Wimbledon) titles without the benefit of sound, paramount in recognising the pace of an opponent shot.

(The International Hall of Fame)

Nel tennis, il suono della pallina sulla racchetta può dare spazio a versi poetici, ma soprattutto serve per sapere quanto fuori giri è un colpo e come sta andando lo scambio. Niente è più veritiero del suono dello scambio.

Puoi leggere un suo profilo qui


Scritto da me

Letto di venerdì

Il libro di venerdì 5 marzo era Tardi sulla palla, il memoir tennistico di Gerald Marzorati, edito Add editore e tradotto da Paolo Falcone.

A un certo punto della sua vita, Gerald Marzorati, che ha commentato il tennis ovunque nel mondo, decide che il tennis va giocato, che gli manca un pizzico di esperienza per assaggiarlo sino in fondo e, sfoggiando competitività e volontà ferrea, trova Krill, un istruttore che è anche un istruttore di vita e scende dall'ambito prettamente letterario per arrivare a quello più intimo, personale e relazionale con lo sport.

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Dedicato ai patiti come la sottoscritta, ma anche a chi non ne sa niente, perché Gerry Marzorati è uno di quei narratori del tennis vecchia scuola, che ha assaporato ogni angolo del gioco dal vivo, da spettatore e da commentatore e il cambio di prospettiva tardivo restituisce un racconto non solo sportivo, anzi: molto poco sportivo.

Vedo gente (online)

Lo scorso 25 febbraio sono andata con Steffi Graf a Padova alla Libreria Zabarella insieme a Gianni Montieri. Siamo stati travolti dalla nostalgia.

Puoi riguardarci qui

E poi, il 5 marzo, sono stata alla Libreria Velasquez di Foggia insieme a Lorenzo Frattarolo. Siamo stati travolti dalla memoria.

Puoi riguardarci qui

Sono stati gli ultimi due incontri di Steffi Graf:
La prima volta, con Il terzo incomodo, non ho avuto modo di girare: ho fatto solo due presentazioni, una a Milano e una a Torino, e poi è finita lì. Il terzo incomodo ha avuto un’uscita sospirata, come ogni esordio, ed è durato davvero pochissimo e ho sempre pensato a questo con dispiacere. Ultimamente ho regalato la mia ultima copia (quelle che di diritto spettano aglə autorə, per intenderci) a Martina Sacchi, che ne ha fatto una lettura molto accorata: ancora mi emoziona, quando accade.

Stavolta, invece, ho incontrato molte persone diverse, che hanno fatto emergere di Steffi Graf aspetti differenti. È una delle cose migliori che potessero capitarmi: ragionare del medesimo libro da prospettive diverse.

L’ultimo in ordine cronologico è stato l’autore di Le Parole dello Sport, un blog personale di sport su Instagram che ha parlato del tennistico serve&volley, citando una delle avversarie di Steffi Graf presenti nel mio libro: Jo Durie (sì, certo Martina Navratilova è in copertina, ma non solo).

In ogni sortita fatta, nessuno mi ha mai domandato di Jo Durie, personaggio particolare, eppure è stata una di quelle che ho conosciuto più volentieri.


Per questo numero è tutto.
A presto!

Di Caroline Director

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Novelz | Elena Marinelli
Volée | Un podcast sul tennis
Di Elena Marinelli.<br />«Il tennis è la combinazione perfetta di un'azione violenta che si sviluppa in un'atmosfera di totale tranquillità.» (Billie Jean King)<br />Storie e racconti di tennis, a voce alta.
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